domenica 2 settembre 2012

Il bisogno di qualcosa di nuovo. Living and loving the American campaingn






In questi giorni sto seguendo la campagna elettorale americana per le presidenziali, ed e' impressionante come tutta una nazione sia coinvolta, anche in tempi di crisi e disillusione verso la politica. Perche' devono scegliere il proprio presidente. Il presidente per eccellenza, quello che di solito senti dire alla fine del suo discorso "God bless America" (Dio benedica l'America), ovvero il presidente degli Stati Uniti. In realtà dietro la scelta di un presidente, c' e' molto di piu': c'e' la consapevolezza del ruolo degli Stati Uniti nel mondo, c'è l'immagine che gli americani voglio far passare dell'America nel mondo, c'e' il sogno americano.
Due partiti (anche se molto eterogenei al loro interno, ma con capacita' di sintesi finale, nella vittoria), due idee di società e cultura (ad esempio gli artisti, gli attori, gli scrittori sono molto coinvolti nella campagna), una vittoria. Questa e' la ricetta, che non e' perfetta, ma ha un suo disegno. Ci sono poi dei candidati minori, piu' che altro legati alle minoranze etniche.
Il dibattito mediatico e' tutto rivolto ad uno scontro-confronto e si sottolineano piu' le discordanze del filo logico dei programmi proposti piu' che parlare di escort. Di certo il dibattito non e' influenzato pesantemente dagli avvisi di garanzia della magistratura.
Il sogno italiano, che potrebbe essere racchiuso nel concetto di "Bel Paese", quello del sole, dell'accoglienza, della cultura e della grande tradizione universitaria, dei luoghi splendidi dove soggiornare, del buon cibo, degli scrittori e della tradizione cattolica (perché questo noi siamo, tutti, nati e cresciuti immersi nella cultura cattolica-cristiana, in Italia puoi dirti ateo ma non che non hai un background cristiano, meglio cattolico), dove e' finito?
Forse e' sparito con i grandi partiti di massa, DC, PCI e PSI dai grandi numeri, che forse avevano garantito la continuità culturale e politica di questo paese. Non sono nostalgico della prima Repubblica, guardo le cose come stanno.
Oggi siamo qui a chiederci quanto vale il Berlusconi, Bersani, Casini, Vendola, Di Pietro, Storace, Ferrero, Bonino, Pionati, Lombardo, Maroni e ti ci metto pure Scilipoti (e i loro rispettivi partiti), e nessuno di questi molto probabilmente vale la pena di essere votato.




Molti partiti, nessun leader. Nessun De Gasperi, nessun Berlinguer, nessun Pertini.
E allora mi chiedo, siamo sulla strada giusta?
Mi rispondo: impariamo dagli americani e torniamo ad essere quello che eravamo, italiani. Nessuno qua vuole diventare un tedesco, non lo volevamo essere sotto gli austriaci, ne durante le due guerre mondiali. Lasciateci essere italiani, ma italiani moderni, imparando qualcosa dagli altri, insegnando qualcosa, ma senza usare le solite scorciatoie.
Mi piace il sistema americano, ma non voglio un Obama italiano, mi accontenterei di un nuovo De Gasperi, che era un montanaro dal passo pesante, non era "abbronzato", ma era un italiano di qualita'. Il tutto in un sistema rinnovato.
- Marco Fasiolo

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