sabato 22 settembre 2012

Il saggio dice, la nuova generazione contraddice. Storia di un conflitto.




Ogni tanto qualcuno, qualche vecchio sapientone ci rinfaccia (a noi laureati) il nostro fare accademico e sapientone di chi ha studiato e frequentato l'università. La volatilita' delle nostre opinioni e l'inutilita' nell'immediato e materiale. Imputandoci e facendoci sentire in colpa per non avere fatto o scelto di fare i muratori, gli operai o quant'altro (posto che io ho fatto qualsiasi lavoro, tra cui studiare, anche), bene a voi dico che noi generazione 25-35 anni non siamo altro che il prodotto di ciò che e' la realtà attuale nei paesi Esteri. Quindi i saggi non si spaventino se qualcuno vuole studiare. Siamo il
Frutto di una europizzazione che in Italia non e' mai avvenuta. E che ci avrebbe dovuto cambiare come nazione e modernizzarci. Dove si studia, si fa volontariato e ci si realizza. E invece siamo in profonda fase regressiva. Si tagliano i fondi allo studio. Si tagliano le opinioni. Mentre una certa politica italiana, ingorda ha reso l'Italia un porcile. L'egoismo di tale classe di saggi (che come diceva De Andre' danno consigli sentendosi come Gesù nel tempio) frustrati sta portando le future generazioni italiane ad abbandonare gli studi universitari. Vista anche la crisi. A voi mi rivolgo perche' teniate duro e continuiate il vostro sogno di concludere i vostri studi. D'altronde se una nuova classe di lavoratori preparati con curriculum di eccellenza finisce sottopagata nei call-center o a fare i camerieri in qualche bar, non e' colpa loro. Di certo. Ma di una chiacchierona generazione saggi che non sa come giustificare il fatto di aver dilapidato il futuro di una intera nuova generazione. Se fossero valsi i paradgmi metitocrazia e preparazione non saremmo a queso punto. Ragazzi, continuate per la vostra strada, fatevi spazio, sgomitate per il vostro obiettivo e se non ce la farete siate bravi operai, casalinghe, agricoltori, call-operator, madri e padri, ma non permette mai a nessuno che vengano messe in dubbio le vostre facoltà intellettive se ne siete profondamente convinti. Fatelo in attesa che i "saggi" si sveglino e si accorgano che l'italia contadina e' finita 30 anni fa. Bisogna avere audacia e fortuna, anche se non e' facile e le situazioni personali incidono tanto. Ma nel proprio piccolo la nostra generazione ha il dovere di buttare il cuore al di la dell'ostacolo. Viva tutti gli studenti e i lavoratori (anche quelli che non hanno studiato e hanno le mani segnate dal lavoro) d'Italia!
Il Sessantotto e' finito andate in pace.

- Marco Fasiolo

domenica 16 settembre 2012

Perche' si parla di "rottamazione"?





Perché' si parla di rottamazione in politica?

Se oggi stiamo parlando di rottamazione e' perché chi doveva andarsene dal proprio incarico politico, continua ad occuparlo ad oltranza (aggiungo con le unghie e con i denti) bloccando il normale turn over della classe dirigente italiana. E bloccando il normale sviluppo e propagarsi di idee nuove e uomini meritevoli.

Questi signori sarebbero piu' utili nelle aule delle scuole di politica (in qualita' di insegnanti) piuttosto che perpetrare il loro ruolo ad oltranza.

- Marco Fasiolo

giovedì 13 settembre 2012

Bersani-Renzi. Stalingrado-25 aprile





Ho come l'impressione che i bersaniani vedano le primarie del PD come una nuova Stalingrado (non passeranno). I renziani sono piu' in stile 25 aprile (Liberazione).


- Marco Fasiolo

mercoledì 12 settembre 2012

Se questa è una scuola.....Keep Calm..



E lo chiamano concorso per insegnanti? Concorso per svecchiare la scuola? Peccato che per per i non abilitati e per abilitarsi sia un'odissea. E' uno schifo, allora a cosa serve il 3+2? non era meglio rimanere ai quattro anni? I concorsi per l'insegnamento sono legati a vincoli stupidi e cretini, al pari di chi fa queste leggi. Per accedere al concorso bisogna avere dei crediti di area predefiniti imposti dal ministero, che l'università non ti obbliga a a fare o che nel proprio piano di studi non ci sono. E allora può capitare che ci sia un ragazzo che ha conseguito un dottorato di ricerca che però non ha conseguito i crediti di area e quindi non può insegnare la sua materia. Secondo voi una persona che consegue un dottorato di ricerca è in grado di insegnare in un liceo la sua materia o ha bisogno della badante?
Facciano concorsi aperti dove i migliori escono veramente, sennò questa diventa la scuola del "io speriamo che me la cavo". E allora a questo punto la speranza diventano solo le scuole private, dove magari viene valutato anche il curriculum, che sarebbe auspicabile quanto necessario. L'insegnamento non è una serie di crediti di area, ma va offerto a persone con talento. Sento Profumo (il ministro) di fregatura.

lunedì 10 settembre 2012

Beppino, Eluana e la bella addormentata




Uomini come Beppino Englaro, sono esempi positivi, eroi moderni, che la legge ha fatto soffrire molto di piu' di quanto lo abbia fatto il destino.




Il film di Marco Bellocchio sul fine-vita, su come morire, sul decidere come concludere il nostro dipinto, la nostra vita, apre le porte ad una discussione che per forza di cose lo stato prima o dopo dovrà regolamentare. Che la chiesa, dopo il caso del cardinal Martini dovrà rivedere. D'altronde se esiste un testamento materiale, dove lasciamo beni e soldi a qualcuno, perche' non possiamo presentare un testamento biologico dove scegliamo che ricordo lasciare ai nostri cari? Il fatto ancora piu' increscioso e' che l'accanimento terapeutico ci renderebbe non piu' uomini, non piu' dei cristiani, ma dei vegetali. Cosa c'e' di cristiano nel consumarsi in un letto di ospedale? E che i giudici della Mostra del Cinema di Venezia considerino il fine vita un argomento di respiro italiano e non europeo, o mondiale mi fa pensare. Molto. Non vedo l'ora di vedere il film. Riposa in pace bella addormentata.


- Marco Fasiolo

mercoledì 5 settembre 2012

L'On. Roberto Galli. Chioggia e la storia che si ripete. O che non è mai passata



Chioggia, lo sappiamo tutti, ha problemi infrastrutturali enormi. Ferrovia, porto e pesca sono sempre stati i principali problemi della città. Questi problemi ce li portiamo dietro da oltre cento anni. E non è vero che Chioggia non ha mai avuto una importante rappresentanza in Parlamento o in un Governo. Parlo del deputato che è stato oggetto della mia tesi di laurea specialistica: Roberto Galli.  Nato a Chioggia nel 1940 da una famiglia medio-borghese, deputato del collegio di Chioggia dal 1886 al 1919 (ad eccezione degli anni compresi tra 1896 e 1899), Galli fu deputato della Sinistra Storica, garibaldino e crispino e assunse un ruolo centrale sia per la sua attività politica a livello locale nel suo collegio elettorale sia per il ruolo di sottosegretario agli Interni nei governi nazionali guidati da Francesco Crispi tra il 1893 e il 1896. Ebbe pieni poteri di Ministro in vece di Crispi che aveva tenuto per sè il ministero degli Interni. Per capirci fu quello che autorizzò la soppressione dei moti di Lunigiana e la messa fuori legge del Partito Socialista tra 1894 e 1895 e concepì il domicilio coatto per molti esponenti socialisti. Era anche un importante esperto di politica estera.
Ecco cosa dichiara nel 1902 in Parlamento riguardo i lavori da attuarsi nella stazione marittima di Chioggia:


Chioggia è una città notevole di 32 mila abitanti, con una popolazione intelligente, attiva, ardita. È a capo di un territorio bonificato e molto ubertoso. È porto naturale di una provincia ricca e piena di movimento: quella di Padova; è collegata con una ferrovia ad un’altra provincia pingue di messi, a Rovigo. Ora, perché è stata fatta la ferrovia di importanza, non locale, se non perché si è riconosciuta al porto di Chioggia una importanza nazionale?
E perché si ritardano i lavori del congiungimento della ferrovia alla stazione marittima? E se avete costruita una stazione marittima, perché non fate il porto?
Un’altra circostanza è da tener presente, il Ministero dei lavori pubblici ha nominato una Commissione per fare degli studi intorno alla navigazione interna, che è uno dei nostri più grandi e pur troppo dimenticati, problemi. Da Chioggia si potrà andare al Lago Maggiore. Il punto di partenza di cotesta navigazione dalla quale si aspettano notevoli benefici, è naturalmente Chioggia. E come volete attuare quelli che devono essere i nostri propositi, se non riaprite il porto per il quale le navi possano entrare od aver comunicazione col mare?
Badate che è molto trascurata la riva del mar Adriatico (Approvazione del deputato Valeri) ed ecco l’onorevole Valeri di Ancona, che mi dà ragione pienissima. Non si osserva abbastanza che, malgrado la alleanza politica, l’Austria invade tutto il mare nostro. A differenza di noi, a differenza, onorevole Piccolini, di ciò ch’Ella indicò sulla vicinanza di Venezia a Chioggia, in Austria, sebbene Fiume sia così vicina a Trieste, non si trova difficoltà a proteggere e Trieste e Fiume!
È doloroso! Ma voglio concludere. Conosco la mente e l’animo del sotto-segretario di Stato, il quale in queste questioni mette tutta la sua intelligenza e la attività. Mi permetta adunque che non mi chiami soddisfatto della sua risposta; ma accetti la mia dichiarazione, che ho fiducia in quello che egli dopo le mie parole, dopo il mio eccitamento sarà per fare. Nella sollecitudine di lui ho fiducia completa per gli interessi di Chioggia (Atti Parlamentari, Camera dei deputati, Discussioni, tornata del 19 dicembre 1902, pp. 4798-4799.).



Quindi i problemi di ieri sono i problemi di oggi. Scarsa riconoscibilità del ruolo assunto o da assurgere da parte di Chioggia nell'Adriatico e nello sviluppo dei traffici commerciali a nord-est. Ma Galli ci dice di più rispetto alla condizione di Chioggia e dei suoi cittadini. Nel 1906 in una conversazione personale con il ministro dei Lavori Pubblici Niccoli "rubata" da un giornalista dell'epoca (diremmo oggi, grazie a un' intercettazione!), dichiara:


Non paventar, ministro, acquietati. Conosco i miei polli. Gridano, ciarlano, stampano manifesti…. ma poi tutto si risolve in nulla. Hanno sempre fatto così. Per me sta tranquillo. Io sono con i ministri. Li ho sempre appoggiati tutti, sempre. Alle volte quando stavano per cadere ho dato loro qualche voto sullo stomaco…. ma era così per ridere, e perché ero certo che sarebbero caduti anche votando favorevolmente… . E poi bisognava ingraziarsi quello che sarebbe salito ( “Chioggia Nova”, 15 dicembre 1906).

Evidentemente i problemi di Chioggia dipendono da molteplici elementi, la scarsa riconoscibilità del suo ruolo, la debole rappresentanza politica e anche fattori endemici alla sua popolazione che forse fino ad ora ha avuto poco coraggio di combattere fuori dai propri confini territoriali, superando la condizione di "isolano" (legato alla terraferma da un ponte).
In tempi di discussione su che cosa essere, se città metropolitana o altro, penso che abbiamo, noi cittadini, la forza, l'orgoglio, le conoscenze e le menti argute e vivaci per dire la nostra e per scegliere la migliore soluzione possibile per la città.



Tra politica e altare

La cosa che mi da più fastidio dei cosiddetti democratici è che per loro le feste dell'Unità devono e possono esistere, invece i meeting CL no. Ognuno sarà anche libero di esprimere le proprie idee? No? Poi decideranno i cittadini. Sarebbe questa la loro democrazia partecipativa? Fosse anche il meeting dell'agricoltore agricolo io li starei ad ascoltare. E' il dovere di ogni buon politico. Proprio come ha fatto Monti. Poi si può condividere o meno. Lo stesso vale per il movimento cattolico, a volte sordo nei confronti delle istanze laiche e riformiste. Erano molto meglio gli originali: Peppone e Don Camillo.

domenica 2 settembre 2012

Il bisogno di qualcosa di nuovo. Living and loving the American campaingn






In questi giorni sto seguendo la campagna elettorale americana per le presidenziali, ed e' impressionante come tutta una nazione sia coinvolta, anche in tempi di crisi e disillusione verso la politica. Perche' devono scegliere il proprio presidente. Il presidente per eccellenza, quello che di solito senti dire alla fine del suo discorso "God bless America" (Dio benedica l'America), ovvero il presidente degli Stati Uniti. In realtà dietro la scelta di un presidente, c' e' molto di piu': c'e' la consapevolezza del ruolo degli Stati Uniti nel mondo, c'è l'immagine che gli americani voglio far passare dell'America nel mondo, c'e' il sogno americano.
Due partiti (anche se molto eterogenei al loro interno, ma con capacita' di sintesi finale, nella vittoria), due idee di società e cultura (ad esempio gli artisti, gli attori, gli scrittori sono molto coinvolti nella campagna), una vittoria. Questa e' la ricetta, che non e' perfetta, ma ha un suo disegno. Ci sono poi dei candidati minori, piu' che altro legati alle minoranze etniche.
Il dibattito mediatico e' tutto rivolto ad uno scontro-confronto e si sottolineano piu' le discordanze del filo logico dei programmi proposti piu' che parlare di escort. Di certo il dibattito non e' influenzato pesantemente dagli avvisi di garanzia della magistratura.
Il sogno italiano, che potrebbe essere racchiuso nel concetto di "Bel Paese", quello del sole, dell'accoglienza, della cultura e della grande tradizione universitaria, dei luoghi splendidi dove soggiornare, del buon cibo, degli scrittori e della tradizione cattolica (perché questo noi siamo, tutti, nati e cresciuti immersi nella cultura cattolica-cristiana, in Italia puoi dirti ateo ma non che non hai un background cristiano, meglio cattolico), dove e' finito?
Forse e' sparito con i grandi partiti di massa, DC, PCI e PSI dai grandi numeri, che forse avevano garantito la continuità culturale e politica di questo paese. Non sono nostalgico della prima Repubblica, guardo le cose come stanno.
Oggi siamo qui a chiederci quanto vale il Berlusconi, Bersani, Casini, Vendola, Di Pietro, Storace, Ferrero, Bonino, Pionati, Lombardo, Maroni e ti ci metto pure Scilipoti (e i loro rispettivi partiti), e nessuno di questi molto probabilmente vale la pena di essere votato.




Molti partiti, nessun leader. Nessun De Gasperi, nessun Berlinguer, nessun Pertini.
E allora mi chiedo, siamo sulla strada giusta?
Mi rispondo: impariamo dagli americani e torniamo ad essere quello che eravamo, italiani. Nessuno qua vuole diventare un tedesco, non lo volevamo essere sotto gli austriaci, ne durante le due guerre mondiali. Lasciateci essere italiani, ma italiani moderni, imparando qualcosa dagli altri, insegnando qualcosa, ma senza usare le solite scorciatoie.
Mi piace il sistema americano, ma non voglio un Obama italiano, mi accontenterei di un nuovo De Gasperi, che era un montanaro dal passo pesante, non era "abbronzato", ma era un italiano di qualita'. Il tutto in un sistema rinnovato.
- Marco Fasiolo

sabato 1 settembre 2012

Coming soon. Tutti al cinema metropolitano




Ieri ho pensato, cavoli oggi il tempo e' brutto, fa freschetto, vado al cinema. Ok. Marghera. Batman spettacolo delle 22. Vado a casa mi lavo e guardo l'orologio, 21,40, niente cinema a meno che non avessi ingaggiato Kit per andarci. Poi ho pensato, ma porca vacca siamo Chioggia, una città di 50-55 mila abitanti e non abbiamo un cinema di sera? E vogliamo parlare di un teatro?Noi che in passato abbiamo avuto teatri e cinema famosi nel Veneto. Ad esempio, il Teatro Garibaldi, famoso teatro risorgimentale che ha visto e sentito suonare l'inno di Garibaldi e Garibaldi stesso in visita nel 1867. Per capirsi dove si suonava "La bella gigogin" con il suo "daghela avanti un passo!". Poi il cinema Astra e Verdi (contemporanei) e da ultimo, quello a cui sono piu' legato affettivamente, il Vittoria. Insomma c'era tradizione e c'erano teatri e cinema. Ora se vuoi vedere un film o vai alla nostra Arena spettacoli, d'estate o vai al Cinema Don Don Bosco (e meno male che c'e'), di giorno. Ah beh dimenticavo abbiamo un teatro in via di definizione che e' perennemente quasi finito. Ma allora mi chiedo chi e' che deve risolvere questo problema? Banale apparentemente, ma un problema di spazi culturali, in una città con un altissimo tasso di analfabetismo di ritorno e di partenza, pure. E mi chiedo perche' dovrei andare al cinema nella periferia desolata e vuota (forse putrida) della Dominante (Venezia), quando potrei prendere la bicicletta e andare al cinema nello splendido centro di Chioggia o Sottomarina, così magari dopo il film mi fermo anche in un locale a bere qualcosa, chiacchierando del film, gustandomi alcuni dei locali piu' accoglienti del centro?
La risposta e' che non siamo troppo "metropolitani", ma il dubbio e': quando saremo metropolitani, lo avremo o no il cinema?
Ma la soluzione piu' probabile sarà farsi la doccia piu' alla svelta così da non perdere il prossimo spettacolo.

- Marco Fasiolo