"Si, viaggiare evitando le buche piu' dure senza per questo cadere nelle tue paure" così recita la famosa canzone di Lucio Battisti e certe volte mi chiedo se il viaggio sia una forma di esorcizzazione del presente, una sorta di pellegrinaggio propiziatorio, a volte di una lunga strada da percorrere insieme, altre di un addio che si materializza metaforicamente in un viaggio, nel senso che si da inizio a quel percorso che porterà la persona che abbiamo amato fuori di noi, dal nostro cuore.
In ogn caso, un viaggio è un'emozione su cui riponiamo troppo spesso le speranze di un rinnovamento che può partire solo da dentro il nostro cuore e dalla nostra anima, perchè viaggiare in realtà non vuol dire cambiare, significa vedere, accorgersi che esistono altri mondi oltre al nostro, ma è il nostro il mondo che viviamo. Non dobiamo mai essere gelosi delle vite altrui, al massimo chiediamoci quale direzione vogliamo dare a quel lungo (ma non troppo) viaggio che poi è la nostra vita. Chiediamoci se le persone con cui viviamo ci rendono felici, chiediamoci se passiamo troppo poco tempo con i genitori o i nostri amati. Quei giorni non torneranno e non sarà un viaggio a ridarci la felicità dei momenti perduti. Il più bel viaggio che possiamo mai fare è quello che ci porterà lontano dal nostro egoismo e vicino a chi amiamo nonostante le avversità.
E anche se le buche saranno dure ci sarà sempre "quel genio del mio amico" o di chi amiamo e speriamo che con il cacciavite faccia ancora miracoli e ci dia un'aggiustatina all'anima. A volte triste.
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