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giovedì 30 giugno 2011
Da De Felice a Berlusconi
De Felice seppur sbagliando ruppe quel contesto storiografico per cui "the good italians" furono oppressi dai "Bad Fascists", affermando un generale consenso al fascismo (sbagliando) con il risultato che i "buoni" italiani, non erano più così tanto buoni e i "cattivi" fascisti poi così tanto cattivi non erano. E' un po' quello che è successo nell'ulltimo ventennio (guarda caso) in italia, in una visione binaria delle cose il nostro paese era (è) diviso in berlusconisti e anti-berlusconisti. Il generale consenso degli italiani al berlusconismo è sempre stato affermato anche del premier e chi lo contrastava ha sempre affermato che "i buoni italiani" venivano intortati dal suo potere mediatico, facendo trasparire Berlusconi come una persona "cattiva". Conclusione: Che i "buoni italiani" in realtà non siano così tanto "buoni" e Berlusconi (e i berlusconiani) non sia poi così "cattivo"? Che sbaglino ancora le teorie defeliciane applicate agli italiani? Lo scopriremo vivendo.
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