lunedì 11 marzo 2013

Perche' amo il Sud America

Un famosa canzone di Celia Cruz recita "porque la pena se va cantando". E si la il dolore si tramuta in canzone, in espressione e in sentimento esplicito. Per questo amo il "latinoamerica" o se vuoi il "Sud America". Per come somatizzano il dolore, la nostalgia. La trasformano in arte. Non si piange sulla "saudade" ma si balla e si canta. E c'e' sempre un Dio che ricuce gli strappi. Le lacerazioni e le ferite della vita. Sono occhi tristi che sorridono. Lacrime di felicita'. E poi l'amore infinito per la donna, la ricerca di una "puttana triste". Un'ultima "puttana triste". Prima che ci colga l'aurora di un nuovo mondo. Prima che finiscano gli "anni della solitudine". A fare da contorno a questo mondo, di disperato bisogno di amare e gioire per non soffrire, il calcio o meglio il "futebol", fatto di artisti di strada, di eroi solitari. Poveri, che al gioco di squadra preferiscono dribbling, gol, sombreri o biciclete. Solo chi possiede la "Garra Charrua" che solo i temerari calciatori "celesti" detengono, puo' capire quanto vale un gol in americalatina. Il Latinoamerica fu terra di deportazione, conversione (forzata), immeticciamento e intra-commistione culturale. Ed e' facile comprendere come il senso del dolore e della nostalgia sia stato confuso con la gioia. In America Latina, contrastare il dolore, come scrisse Eduardo Galeano, non e' altro che "RICORDARE: Dal latino re-cordis, ripassare dalle parti del cuore". E aggiungo spegnere la tristezza attraverso l'arte di vivere. "quando uno ama, ama la lucez y las ombra" (Eduardo Galeano)

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